Il saluto al sole è il rito con cui inizia la pratica degli asana nell’ashtanga vinyasa, è una vera e propria invocazione e ringraziamento al sole come fonte di vita e di energia vitale (prana) fatta col corpo e con la mente uniti. Ad ogni movimento corrisponde una fase della respirazione, ad eccezione della posizione numero sei che prevede una fermata per cinque cicli respiratori completi.

La respirazione utilizzata è la tecnica ujjiayi che riscalda, fluidifica e trasforma l’energia nel corpo, aiutando, col suo suono continuo e fluido, la mente a focalizzarsi e concentrarsi sul presente, sulla realtà vivente.

Si inizia in Samastithi, posizione nella quale il peso è equamente distribuito su ogni parte del piede, i piedi, le ginocchia e le caviglie sono uniti, i glutei attivi, l’ombelico retratto, le spalle rilassate, il mento basso rivolto verso lo sterno.  Con la prima inspirazione (ekham) si alzano le braccia in Urdhva hastasana, focalizzando lo sguardo sui pollici uniti (anghusta madhyama drishti) , espirando (dve) si flettono le anche mantenendo la schiena dritta e si scende con le mani ai lati dei piedi e con la fronte verso le tibie in Uttanasana, inspirando (trini) si alza la testa senza cambiare la posizione di mani o braccia (per aumentare l’effetto di apertura del torace) e si rivolge lo sguardo all’orizzonte in Urdhva Uttanasana, ed espirando si salta indietro (o si sposta una gamba alla volta) per raggiungere la posizione del bastone sui 4 punti di appoggio, Chatturanga dandasana (chatwari), in questo asana è necessario attivare bene la parete addominale e fare molta attenzione alle spalle e alla loro posizione che non deve essere troppo avanzata per preservarne l’articolazione da fastidiosi problemi infiammatori. Se nelle posizioni avanzate (quelle coi piedi nella parte anteriore del tappetino) i piedi sono uniti, in quelle arretrate i piedi sono alla stessa distanza delle anche. Inspirando (pancha) si sposterà il peso del corpo in avanti rotolando sulle dita dei piedi fino ad appoggiarne il dorso a terra, aprendo bene il torace e spingendo con le sole mani a terra si rivolgerà lo sguardo in alto in urdhva mukha svanasana per poi rotolare di nuovo indietro sulle dita dei piedi e posizionare i talloni a terra o quanto più possibile vicino ad essa , allungando bene braccia, addome e torace si stende completamente la schiena e si rivolge il mento verso lo sterno e lo sguardo possibilmente all’ombelico (sat) in adho mukha svanasana, posizione che verrà mantenuta per cinque respiri profondi. Durante l’inspirazione l’attenzione sarà portata agli ischi che spingeranno dolcemente verso l’alto e durante l’espirazione il peso del corpo verrà proiettato dietro verso i talloni stendendo più possibile le gambe ad opera dell’attivazione dei quadricipiti del femore. Per quanto concerne le spalle il praticante dovrà trovare la posizione più corretta per la propria articolazione provando a ruotare esternamente ed internamente per sentire quale movimento rilassi maggiormente le sue articolazioni. Dopo la quinta espirazione lo sguardo verrà rivolto all’orizzonte e inspirando si risalterà in avanti avendo cura di spostare bene l’asse del bacino in alto e avanti per non precipitare subito a terra pesantemente coi piedi in mezzo alle mani e si tornerà così in urdvha uttanasana (sapta), espirando (asthau) si fletteranno completamente le anche per tornare in uttanasana, dopodichè inspirando (nava) ci si risolleva in urdhva hastasana ed espirando si conclude in samasthiti.


  

Di seguito il video dei vinyasa di questa sequenza: