Di cosa abbiamo paura di preciso quando invertiamo la posizione del nostro corpo? Sarebbe immediato rispondere che abbiamo paura di cadere, di farci male, di ferirci e forse addirittura di morire. Andiamo un passo oltre, mettiamo un materassone morbido davanti a noi, un muro, una protezione oppure qualcuno che ci aiuta e possiamo andare a guardare un po’ più da vicino la nostra paura. Guardare la paura, testimoniarla, è utile almeno quanto la paura stessa. Non c’è nulla di male nell’avere paura, è qualcosa che scaturisce direttamente dalla nostra naturale predisposizione a conservare la vita e a proseguirla, ma la paura, quando non è osservata rimane una sconosciuta e allora ha il potere di bloccarci, di impedire al nostro corpo e alla nostra mente di fare un passo in più, di muoversi, di vivere.

L’audacia e il coraggio variano da persona a persona e sono espressi in misura davvero diverse in ognuno di noi ma la paura ci accomuna, l’abbiamo tutti, la conosciamo tutti, almeno da lontano, la difficoltà sta nell’avvicinarvisi e guardarla bene in faccia.

Se ci mettiamo a testa in giù in equilibrio sul cranio o sulle mani, o sugli avambracci, verremo presto o tardi in contatto di un limite che è tutt’altro che fisico, quando saremo chiamati a spostare in avanti il bacino portando le anche in allineamento con le spalle e la testa, è a quel punto che la paura interviene e prende il sopravvento, anzi di preciso è proprio un attimo prima, quando stiamo per spostarci avanti e allinearci, allora succede qualcosa che fa sentire un blocco, e rende pressoché  “impossibile” proseguire il movimenti in avanti dei glutei, del bacino, è come se fossimo arrivati sul ciglio del burrone e il nostro istinto di sopravvivenza dicesse stop, fermi! oltre a questo punto c’è l’ignoto, lo strapiombo non posso passare. Quando siamo al buio, perché abbiamo paura? di cosa abbiamo paura di preciso? se vediamo svolazzare qualcosa pensiamo possa essere una persona o magari un fantasma e questo ci terrorizza, solo la luce può far svanire questa paura apparentemente, una volta accesa ci rivelerà che a svolazzare era solo la nostra camicia appesa e la stanza torna ad essere una stanza e non più il luogo dell’ignoto, la camera degli orrori! Come facciamo ad accendere la luce sulla paura delle inversioni? Forse imparando a cadere? rendendo lento e progressivo l’avvicinamento al punto di equilibrio? Respirando ad ogni passo? Rinforzando gli addominali? Sciogliendo l’articolazione delle spalle? Potremmo dire sì ad ognuna di queste risposte, ma ritengo che quello che può davvero fare la differenza sia ancora una volta la posizione  che assumiamo interiormente, la consapevolezza di essere colui che osserva un processo in corso che osserva un corpo e una mente intenti a coordinarsi, intenti ad equilibrarsi, intenti ad avere paura! Allora ognuno degli elementi sui quali lavoriamo, sano essi la forza muscolare, l’equilibrio vestibolare la capacità propriocettiva saranno tessere di un ben più profondo mosaico e imparare a fare la verticale non sarà più solo un atto ginnico fine a se stesso ma una vera e propria psicoterapia! L’audacia di vivere passa talvolta anche dall’attraversamento di paure che ci tengono legati ad un palo, quel palo della certezza che magari ci è scomodo, magari sta marcendo o affondando ma è pur sempre un palo e per lasciarlo andare occorre fare i conti con la paura. In fondo se anche nella nostra stanza dovesse esserci un fantasma per quale motivo dovremmo averne paura?  Il nostro problema non sono i fantasmi il nostro vero problema è la paura!