Rileggendo alcune pagine di

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“Roots of Yoga” di J.Mallison e M. Singleton, mi sono imbattuto in alcuni estratti dell’HathaYogaPradipika, opera importante per il suo valore storico anche se non preziosa come i testi (andati perduti) su cui si basa.

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Mi è venuta voglia di proporre una lezione un po’ “sui generis” stasera ad hatha vinyasa intermedi delle 19.

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Faremo un’apertura coi saluti al sole e poi ci immergeremo nella pratica degli asana descritti dall’HathaYogaPradipika leggendone insieme la descrizione tecnica e dei benefici.

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Leggeremo insieme un testo antico, medievale, con i suoi pro e contro.

1. Mi inchino al Primo Maestro Shri Âdinâtha, dal quale provenne la scienza dello Hatha-Yoga, che splende come una scala per colui che vuole raggiungere le vette del Râja-Yoga.

2. Lo Yogi Svâtmârâma, avendo salutato il suo Guru Nâtha, si prepara ad esporre la scienza dello Hatha-Yoga solo come preparazione per il Râja-Yoga.

3. Svâtmârâma, nella sua pietà, offre questa illuminazione dello Hatha-Yoga a coloro che non possono conoscere il Râja-Yoga, confusi da molte opinioni diverse.

4. Matsyendra, Goraksa ed altri, hanno conosciuto bene la scienza dello Hatha-Yoga. Lo Yogi Svâtmârâma l’ha conosciuta grazie al loro aiuto.

10. Lo Hatha-Yoga è il rifugio in cui trovano asilo coloro che patiscono ogni forma di sofferenza ed è come la tartaruga di sostegno dell’universo, per quelli che sono impegnati in qualsiasi forma di Yoga.

15. Lo Yoga è ostacolato da sei motivi: l’ eccesso di cibo, gli sforzi troppo violenti, l’eccessivo parlare, l’ eccessiva austerità, i contatti con le persone e l’instabilità.

16. Lo Yoga riesce con successo grazie a sei fattori: l’energia, il coraggio, la perseveranza, la retta comprensione, la fermezza, la rinuncia alle relazioni sociali.

17. Gli  Âsana, cioè le posizioni, sono il primo gradino dell’Hatha-Yoga e sono trattate per prime. Hanno per risultato la stabilità, la salute e l’agilità.

18. Descriverò adesso alcuni  Âsana adottati da saggi come Vâsishtha e Yogi come Matsyendra.

Svastikâsana.

19. Si dice Svastikâsana quando si sono correttamente poste le piante dei piedi fra le cosce ed il ginocchio opposto, in posizione seduta.

Gomukâsana (posizione del muso di vacca).

20. Si dice Gomukhâsana ed assomiglia al muso di una vacca: bisogna porre la caviglia destra sul fianco esterno della coscia sinistra ed il tallone sinistro sul fianco esterno della coscia destra.

Vîrâsana (posizione dell’eroe)

21. Si mette un piede su una delle cosce, facendola così trovare al di sopra dell’altro piede: è Vîrâsana.

Kûrmâsana (posizione della tartaruga).

22. Stare seduti, comprimendo l’ano con i due talloni in direzioni contrapposte (la caviglia destra a sinistra e quella sinistra a destra), costituisce Kûrmâsana.

Kukkutâsana (posizione del gallo).

23. Partendo dalla posizione di Padmâsana, inserendo le mani fra le cosce e i polpacci, le si appoggiano al terreno, ci si solleva e ci si tiene in alto: è la posizione Kukkutâsana.

Uttânakûrmâsana (posizione della tartaruga rovesciata).

24. Partendo dalla posizione di Kukkutâsana, si uniscono le mani dietro la nuca e si giace sulla schiena come una tartaruga rovesciata: è Uttânakûrmâsana.

Dhanurâsana (posizione dell’arco).

25. Afferrando i due alluci con le mani, portarli a sé fino alle orecchie, piegando il corpo all’indietro, come se fosse un arco: questo è detto Dhanurâsana.

Matsyendrâsana (la posizione di Matsyendra)

26. Mettere il piede destro alla base della coscia sinistra, ed il piede sinistro all’esterno del ginocchio destro. Lo Yogi mantiene questa posizione, afferrando i piedi, con il corpo girato nella direzione opposta. E’ l’Âsana insegnatao da Srî Matsyanâtha

27. Questa posizione di Matsyendra stimola il fuoco gastrico, è un’arma potente che distrugge terribili malattie. La sua pratica costante conferisce agli uomini il risveglio di Kundalinî e la stabizzazione del nettare lunare.

Pashchimatânâsana (posizione dell’estensione dorsale).

28. Avendo steso le gambe al suolo, dritte come bastoni, bisogna afferrare con le mani le dita dei piedi ed appoggiare la fronte sulle ginocchia: resatare in questa posizione è Pashchimatâna.

29. Questo importante Âsana fa circolare la corrente vitale lungo il dorso (nella Shusumnâ Nâdî), risveglia il fuoco gastrico, riduce il ventre e dà la salute.

Mayûrâsana (posizione del pavone).

30. Appoggiandosi sulla terra con le mani, porre i gomiti a livello dell’ombelico e sollevare il corpo mantenendolo ben diritto. Questo è detto Mayûrasâna.

31. Questo Âsana elimina rapidamente ogni malattia, a partire dalla dilatazione della milza e dall’idropsia. Consuma totalmente tutti i cibi malsani o presi in eccesso, vivifiaca il fuoco gastrico e fa digerire anche i veleni mortali.

Shavâsana (posizione del cadavere).

32. Giacere a terra sulla schiena come un cadavere, è Shavâsana. Toglie la fatica e dà il riposo mentale.

33. Fra gli ottantaquattro Âsana insegnati da Shiva, ho scelto i quattro essenziali, e li spiegherò.

34. I quattro migliori Âsana sono Siddhâsana, Padmâsana, Simhâsana e Bhadrâsana. E fra questi , Siddhâsana, il  più comodo, deve essere praticato tutti i giorni.

Siddhâsana (posizione perfetta o dei Siddha).

35. Avendo messa la pianta di un piede contro la regione perineale, si deve porre l’altro piede sopra all’organo sessuale. Appoggiando forte il mento sul petto, si deve restare immobili, con i sensi sotto controllo, e lo sguardo fisso al centro delle sopracciglia. Questa posizione è chiamata Siddhâsana ed apre le porte della liberazione

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36. Ancora un modo per eseguire Siddhâsana: quando si porta il tallone sinistro al di sopra dell’organo sessuale, e, su questo tallone, si pone il tallone destro.

37. Questa posizione viene chiamata Siddhâsana; altri la conoscono come Vajrâsana, altri la chiamano Muktâsana, altri ancora Guptâsana.

38. Così come fra gli Yama è preminente un’alimentazione moderata, e fra i Niyama la non violenza, per i Siddha Siddhâsana è il più importante di tutti gli Âsana.

39. Fra le ottantaquattro posizioni, si deve sempre praticare Siddhâsana, perché purifica le settantadue Nâdî.

40. Lo Yogi che medita e mangia con moderazione, praticando Siddhâsana costantemente, per dodici anni, otterrà i risultati finali.

41. Che bisogno c’è delle tante altre posizioni se Siddhâsana è eseguita bene, ed il respiro è accuratamente trattenuto per mezzo del Kevala Kumbhaka?

42. Se anche soltanto Siddhâsana è eseguita con maestria, senza difficoltà, si avrà la sospensione delle funzioni dello spirito (Unmanî Kalâ), e i tre Bandha saranno eseguiti con facilità.

43. Non c’è nessuna Âsana come Siddhâsana, nessun Kumbhaka come Kevala Kumbhaka, nessun Mudrâ come Khecarî, e nessun assorbimento dello spirito (Laya) come quello fatto in Nâda.

Padmâsana (posizione del loto).

44. Porre il piede destro sulla coscia sinistra e, nello stesso modo, il piede sinistro sulla coscia destra. Afferrare i due alluci con le mani incrociate dietro la schiena, appoggiare il mento sul petto e dirigere lo sguardo verso la punta del naso. Gli Yamin chiamano questa posizione Padmâsana, che distrugge tutte le malattie.

45. Porre i piedi sulle cosce, con le piante verso l’alto. Appoggiare le mani fra le cosce, con le mani rivolte verso l’alto

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46. Dirigere lo sguardo verso la punta del naso, appoggiare la lingua sulla base dei denti ed il mento sul petto.Innalzare lentamente il Prâna.

47. Questa posizione è chiamata Padmâsana, che distrugge tutte le malattie; non può essere praticata dalle persone qualsiasi, ma solo dai saggi.

48. Mantenendo bene la posizione di Padmâsana , unire le mani a coppa, spingere forte il mento sul petto; meditando sull’Assoluto, bisogna più volte sollevare Apâna Vâyu e spingere verso il basso il Prâna inspirato. Chi esegue questo, ha un risveglio ineguagliabile, per mezzo della potenza di Shakti.

49. Non c’è alcun dubbio che lo Yogi in Padmâsana, che trattiene l’aria inspirata dalla Nâdî, otterrà la liberazione.

Simhâsana (posizione del leone).

50. Mettere le caviglie sotto i testicoli, ai due lati della Sîvani (perineo), la caviglia sinistra dal lato destro e quella destra dal lato sinistro.

51. Dopo aver messo le mani sulle ginocchia, con le dita aperte, la bocca spalancata, la mente concentrata, fissare con lo sguardo la punta del naso.

52. Questa posizione è Simhâsana, esaltata dai migliori Yogi, un’eccellente Âsana che favorisce la coordinazione fra i tre Bandha.

Bhadrâsana (posizione benefica).

53. Mettere le caviglie sotto i testicoli, ai lati della Sîvani, tenendo la caviglia sinistra a sinistra, e quella destra a destra.

54. Afferrare con le mani i piedi e tenerli ben fermi, uniti l’uno contro l’altro. Questa posizione è Bhadrâsana, che distrugge tutte le malattie.

55. I Siddha e gli Yogi la chiamano Gorakshâsana. Con la sua pratica, la fatica accumulata con le Âsana e i Bandha scompare.

56-57.Occorre ora portare la propria attenzione sulla purificazione delle Nadî, la respirazione durante i Mudrâ, etc. Le Âsana, i Kumbhaka di ogni tipo, le tecniche chiamate Mudrâ, infine un attento ascolto dei richiami interiori (Nâda-anusamdhâna), rappresentano la corretta successione degli esercizi nella pratica dell’Hatha-Yoga. Il discepolo che osserva il voto di continenza, che segue una dieta moderata,che rinuncia a tutto e si dedica completamente allo Yoga, in un anno diventa un Siddha (raggiunge il successo), non c’è alcun dubbio.

58. Per dieta moderata si intende un cibo grasso e dolce, che lascia libero un quarto dello stomaco, mangiato come fosse un’offerta a Shiva.

65. Il successo è raggiunto da chi pratica assiduamente lo Yoga. Come potrebbe ciò accadere all’ozioso? Non si può ottenere il successo nello Yoga solo con la lettura.

66. Il successo non si raggiunge indossando l’abito adatto o parlando di Yoga. Solo la pratica è causa del successo; non c’è alcun dubbio, questa è la verità.

67. Le posizioni, i diversi tipi di Kumbhaka e le altre divine tecniche, devono tutte essere eseguite durante la pratica dell’Hatha-Yoga, perché si raggiunga il risultato del Raja-Yoga.