In questo capitolo Patanjali affronta il tema della pratica che permette di raggiungere il samadhi e mantenerlo e illustra l’ottuplice sentiero dell’azione (per alcuni commentari corrispondente al “Karma Marga” e chiaramente denominato da Patanjali “Ashtanga Yoga” o “Raja Marga”)
2.1 Tapah svadhyaya ishvarapranidhanani kiya yoga
” la parte pratica dello yoga è la disciplina, lo studio del sè e aprirsi alla realtà immateriale”
2.2 Samadhi bhavana artah klesha tanu karana artash cha
” il suo scopo è il Samadhi e il superamento delle afflizioni umane “
2.3 Avidya asmita raga dvesha abhinivesah kleshah
” le afflizioni sono l’ignoranza, l’egoismo, l’attaccamento, la repulsione, la paura della morte
2.4 Avidya kshetram uttaresham prasupta tanu vichnna udaranam
“ l’ignoranza è il terreno fertile per le altre afflizioni siano esse latenti, deboli, intermittenti o preponderanti ”
2.5 Anitya ashuci dukha anatmasu nityashuci sikha atma khyatir avidya
“ L’ignoranza fondamentale è confondere ciò che è animato con ciò che non lo è, il permanente col transitorio, il puro con l’impuro, la felicità con la dipendenza”
2.6 Drg darshana shaktyor eka atmata iva asmita
“ Il senso dell’ego nasce dalla confusione tra il Sè che vede e quella parte di noi che è vista”
2.7 Sukha anusayi ragah
“ L’attaccamento si basa sul piacere ”
2.8 Duhkha anusayi dvesah
“ La repulsione origina dal dolore”
2.9 Sva rasa vahi vidusa api tatha rudho abhi nivesah
“ La paura della morte e l’attaccamento alla vita è un istinto forte che si ritrova anche nel saggio ”
2.10 Te prati prasava heyah suksmah
“ quelli sottili possono essere risolti con l’introspezione ”
2.11 Dhyana heyas ad vrttayah
“ I pensieri che originano dalle afflizioni sono eliminati con la meditazione ”
2.12 Klesha mulah karma asayo drsta adrstajanma vedaniyah
“ Nella vita si sperimentano gli effetti delle azioni che originano dalle afflizioni, consapevolmente o no ”
2.13 Sati mule tadvipako jatyayurbhogah
“Finché rimane la radice delle afflizioni, queste influenzano ogni aspetto delle azioni: durata e conseguenze”
2.14 Te hlda paritapa phalah punya apunya hetu tvat
“Le azioni saranno benefiche o dannose a seconda della presenza delle afflizioni nella loro ideazione
2.15 Parinama Tapa Samskara duhkhair gunavritti virodhach cha duhkham eva sarvam vivekinah
“Perciò il saggio riconosce l’origine del dolore nei cambiamenti di ciò che è percepito, nel desiderio di ripetere le esperienze piacevoli, nei condizionamenti passati, o nei cambiamenti interiori”
2.16 Heyam duhkham amanagatam
“ e cerca di evitare la sofferenza futura”
2.17 Drastrrsayoh samyogo heyahetuh
“ la causa della sofferenza è l’identificazione di ciò che percepisce con ciò che è percepito”
2.18 Prakasha kriya sthiti shilam bhuta indrya atmakam bhoga apavargartham drishyam
“ Ciò che è visibile ha le stesse qualità dei sensi, luce, azione e solidità, e ha il duplice scopo di influenzare il percettore e consentirgli di liberarsi”
2.19 Vishesha avishesha lingamatra alingani guna parvani
“ I guna influenzano tutti gli stati del percepito anche tra di loro, il manifesto e il non manifesto, lo specifico e il non specifico”
2.20 Drashta drishi matrah suddha api pratyaya anupashyah
“ Ciò che percepisce è pura coscienza, l’atto di percepire avviene attraverso la mente”
2.21 Tad Martha eva drishasya atma
“ la natura di ciò che è percepito è solo funzionale al percettore”
2.22 Krita artham prati nasca ape anashtam tad anya sadharana tvat
“ Raggiunto il suo scopo l’osservatore smette di rivolgersi al percepito che comunque rimane per servire la conoscenza di altri”
2.23 Sva svami shaktyoh svarupa upalabdhi hetuh sam yogah “L’unione tra percettore e percepito avviene a causa della sperimentazione della natura”
2.24 Tasya hetur avidya
“questo avviene per ignoranza”
2.25 Tad abhavat samyoga abhavo hanam tad drisheh kaivalyam “Quando cessa l’ignoranza, scompare anche questa unione e c’è chiarezza, questa è la liberazione”
2.26 Viveka khyatir aviplaya hano upayah
“Lo strumento di per eliminare l’ignoranza è l’osservazione equanime delle attività della mente”
2.27 Tasya saptadha pronta bhumih prajna
“Possedere una chiarezza superiore è un percorso graduale”
2.28 Yoga anga anushthanad ashuddhi kshaye jnana diptih viveka khyateh
“ Attraverso la pratica delle parti dello yoga vengono eliminati gli ostacoli e si raggiunge conoscenza e chiarezza”
2.29 Yama niyama asana pranayama pratyahara dharana dhyana samadhayo astav angani
“Le parti dello yoga sono otto: etica sociale, etica personale, postura fisica, controllo del respiro, ritiro dei sensi degli oggetti esterni, concentrazione della mente, meditazione comprensione, assorbimento nell’osservazione.”
2.30 Ahimsa satya asteya bramacharya aparigrah yamah
L’etica sociale è non violenza, sincerità, non furto, restare in Brahma, non accaparramento.
2.31 Jati desha kala samaya anavacchinah larva bhauma maha vatram “ Indipendentemente dalla classe sociale, dal Paese, dal tempo e dalle circostanze sono un grande esempio universale”
2.32 Shaucha samtosa tapah svadhyaya ishvara pranidhanani niyamah
“ l’etica personale è fatta di purezza, contentezza, disciplina, studio del sé e apertura all’immateriale”
2.33 Vitarka badhane pratipaksha bhavanam
“il turbamento dei pensieri negativi viene contrastato da pensieri opposti”
2.34 Vitarka himsa adayah krita karita anumodita lobha krodha moha purvaka mridu madhya adhimatra duhkha ajnana anantaphala iti pratipaksha
“I pettegolezzi e i pensieri violenti di qualunque intensità insorgono per desiderio, collera, follia e il loro frutto è la sofferenza e l’ignoranza, così occorrono pensieri opposti”
2.35 Ahimsa pratisththayam tat samnidhan vaira tyagah
“Quando si è in presenza di una persona davvero non violenta cessano le ostilità”
2.36 Satya pratiththayam kriya phala ashrayaltvam
“La retta comunicazione produce coerenza tra azioni e risultati”
2.37 Asteya pratisthtayam sarva ratna upasthanam
“Il consolidamento dell’onestà richiama un fiume di gioielli”
2.38 Brahma charya pratishthayam virya labhah
Mantenere la mente in Brahma porta ad acquisire energia
2.39 Aparigraha sthatrye jaima kathamta sambodhah
“Stabilirsi nel non bisogno di possesso comporta la conoscenza del perché della nascita”
2.40 Shauchat swa anga jugupsa parair asamsargah
“Con la purezza si ottiene indifferenza per il proprio corpo e non attaccamento per quello altrui”
2.41 Sattva shuddhi sau manasya ekagryaindri jaya atma darshana yogatvani cha
“E con essa si ottiene una mente allegra, capace di concentrarsi, di controllare i sensi e di vedere il sé”
2.42 Samtoshad anu uttamah sukha labhah
“ Grazie all’accontentabilità si ottiene felicità suprema”
2.43 Kaya Indriya siddhi ashuddhi kshayat tapas
“ La disciplina permette di avere un corpo ben funzionante”
2.44 Svadhyayad ishta devata sampra yoga
“ Lo studio approfondito di sé porta unione coi propri più alti princìpi” 2.45 Samadhi siddhir ishvara pranidhanat
“ Aprirsi all’immateriale perfeziona il samadhi”
2.46 Sthira sukham asanam
“ la postura deve essere stabile e comoda”
2.47 Prayatna shaithilya annata samapattihyam
“ciò avviene col rilassamento dello sforzo, l’equanimità e la beatitudine” 2.48 Tatah dvandvah an abhiaghatah
“ Con questo non si è più disturbati dal dualismo”
2.49 Tasmin sati shvasa prashvasayor gati vicchedah prana ayama
“ ottenuto ciò viene il pranayama, la cessazione del movimento di inspirazione ed espirazione”
2.50 Bahya abhyantare stambha vrittir deshakala samkhya bhih paridrishto dirghasukshmah
“Il movimento esterno e interno per localizzazione, durata e numero è prolungato e sottile”
2.51 Bahya abhyantara vishaya akshepi chaturhah
“ il quarto trascende l’idea di interno ed esterno”
2.52 tatah kshiyate prakasha avaranm
“questo rimuove gli ostacoli che coprono la luce”
2.53 Dharanascu cha yogyta manasah
“E si radunano le menti nella concentrazione”
2.54 Svavishaya asamprayoge china svarupa anukara iva indriyanam pratyharah
“Non c’è più rapporto della mente con gli oggetti esterni, c’è quindi una mutazione della natura nel ritiro dei sensi”
2.55 Tatah parama vashyata indriyanam
“ Con ciò i sensi sono padroneggiati”