Ashtavakra ha detto: “io sono pura consapevolezza” : pertanto avendo bruciato la foresta della tua ignoranza in questo fuoco di certezza e avendo trasceso ogni pena, sii felice!”
Bruciare la foresta dell’ignoranza! , fuoco di certezza! parole forti, immagini vivide, espressioni eloquenti e una promessa per nulla banale, anzi si potrebbe definire un’ambizione altissima! In fondo di cosa siamo veramente certi noi nella nostra vita? Forse del fatto che nasciamo, sicuramente del fatto che moriamo, probabilmente del fatto che esistiamo e solo superficialmente della nostra vera natura. Siamo certi, o meglio educati ad essere certi di ciò che percepiamo coi sensi, ma i nostri sensi sono davvero così affidabili? sono in grado di raccogliere la realtà? una cartina geografica riporta una rappresentazione della città che illustra o è la città stessa? I nostri sensi sono affidabili anche quando stiamo dormendo con un braccio appoggiato al torace e sogniamo di avere un tronco, una persona o una montagna che ci schiaccia il petto, eppure quando ci svegliamo ci rendiamo conto che quello che ci sembrava assolutamente vero in realtà non lo è…
… “pertanto avendo bruciato la foresta della tua ignoranza in questo fuoco di certezza…” la certezza deriva dall’esperienza, dall’esperienza che facciamo quando ci svegliamo dall’incubo e scopriamo che in realtà avevamo il braccio o un cuscino appoggiato sul petto, ma non possiamo “capirlo” con la mente mentre dormiamo, abbiamo bisogno di farne esperienza, e così la beatitudine di cui parla Ashtavakra non può essere capita, deve essere esperita, e come? Identificando quell’osservatore che è profondo, fermo immobile, beato e immutabile, e “sedendosi” al suo posto. Smetto di essere “colui che agisce” e divento “colui che osserva quello che agisce”. Quando trovi quella beatitudine, sai che è possibile, che è già dentro di te, e questo cambia tutto, indipendentemente dal fatto che la “realtà” esterna sia tuta rose o fiori o spine e fango! E’ come se la vita fosse la ruota che gira intorno all’asse e tu fossi l’asse che sta fermo, così sei tu quando sei l’osservatore, fermo e imperturbabile come l’asse intorno al quale si muove la ruota degli eventi.
“Tu sei quella Beatitudine, la beatitudine suprema in cui proietti questo mondo immaginario, così come si proietta un serpente in una corda. Comprendendolo sii un vagabondo felice!”…. Boooom esplode l’illusione onirica della infelicità, che semplicemente non esiste! Molti di noi sono così abituati a vivere in un incubo fatto di obblighi e infelicità da essersi convinti che la felicità esista davvero, invece è una nostra invenzione! Come un incubo nel quale siamo trafitti da una spada il nostro corpo sanguina solo nel la nostra convinzione onirica è così forte e radicata da farci sognare anche il sangue, altrimenti ad un certo punto ci svegliamo e ci rendiamo conto che non c’era alcuna lama, alcun dolore, alcuna sofferenza, era tutta una nostra costruzione mentale. “proiettare un mondo immaginario nella beatitudine” quale espressione più efficace per descrivere questo complesso procedimento mentale col quale senza alcun evidente motivo costruiamo la gabbia della nostra libertà e felicità. Proprio in questa consapevolezza nasce la beatitudine, la libertà e tu diventi un vagabondo felice. Ma chi è disposto ad esserlo, un vagabondo felice?